Rivalutazione proposta ricompense indagine “Tentacoli”
AL SIGNOR QUESTORE di PALERMO
Dr. Leopoldo LARICCHIA
e, p.c.:
ALLA SEGRETERIA NAZIONALE USIP
R O M A
Oggetto: Proposta ricompense indagine “Tentacoli” in favore del personale in servizio presso la
Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo.
Egr. Sig. Questore,
questa Organizzazione Sindacale è costretta a lamentare una superficiale considerazione verso importanti Operazioni di Polizia, rispetto al riconoscimento di meriti nei confronti del personale dipendente, come sembra stia accadendo in occasione dell’attività, sviluppatasi in due fasi operative, denominata convenzionalmente “ operazione tentacoli”.
Un’operazione che in poco più di due anni ha prodotto: in data 20 luglio 2021 un provvedimento di Fermo d’Indiziato di delitto emesso a carico di 16 soggetti da parte della locale D.D.A.; ed il 17 maggio 2022 l’esecuzione di ordinanza cautelare in carcere, emessa sempre dalla D.D.A. di Palermo, nei confronti di 31 soggetti.
Contestualmente agli arresti di cui sopra, sono stati sequestrati beni ed aziende riconducibili ai mafiosi pari a circa 350.000 euro, i cui introiti delle aziende servivano ad alimentare le casse di cosa nostra, unitamente ad altrettanta accumulazione illecita di denaro attraverso il traffico di stupefacenti svelato dagli investigatori della Squadra Mobile di Palermo.
Gli investigatori appartenenti alla Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Palermo hanno svolto le attività investigative nell’area di influenza mafiosa del mandamento di Brancaccio, riuscendo ad individuare vertici e gregari di uno dei maggiori gruppi criminali della cosa nostra palermitana, territorio storicamente retto dai fratelli GRAVIANO.
Zona, quella di Brancaccio ove si sono svolte le indagini, ad altissima densità delinquenziale dove è ancora radicata la sub-cultura mafiosa fondata sull’omertà, la violenza e l’illegalità……infatti, ulteriore particolarità dell’attività d’indagine, di cui la stampa ne ha ampiamente parlato, è stata l’individuazione di più di 50 attività commerciali oppresse dall’applicazione del pizzo.
Un’operazione che, come dicevo in premessa, eseguita in due fasi, ricadendo a ridosso di due date di particolare rilevanza per l’intera nazione “20 luglio 2021 – ricorrenza strage di via d’Amelio” e “17 maggio 2022 – trentennale strage di Capaci e celebrazioni nazionali” che, oltre ad avere avuto una straordinaria risonanza sugli organi di stampa, che hanno sottolineato l’importante risultato conseguito dalla Polizia di Stato nel contrasto alla mafia, ha di fatto dato una straordinaria visibilità all’attività svolta, facendo registrare un corale apprezzamento da parte di tutte le istituzioni; circostanza che ha anche consentito ai vertici del Dipartimento, alla stessa Questura di Palermo e a tutta l’Amministrazione di esaltare il ruolo della Polizia di Stato contro il crimine organizzato.
Sinceramente ci saremmo aspettati che Lei, persona molto attenta alla salvaguardia dei colleghi e particolarmente sensibile nella valutazione dei loro meriti, avesse dato corso al rapporto premiale redatto dal Dirigente della Squadra Mobile, quale ufficio segnalante, che ha chiaramente e schematicamente indicato l’eccezionalità dei risultati raggiunti dagli operatori interessati, così come previsto dalla circolare ministeriale, evidenziando il contributo recato da ciascun operatore e i risultati conseguiti.
Contrariamente, sembrerebbe che le proposte premiali, inizialmente elaborate secondo i principi richiamati dalla circolare del 4 luglio 2022 Prot. 0015663 e ribadite con nota a Sua firma del 25 luglio 2022 Prot. 0190844, abbiano subito un “declassamento”, che di fatto ha decurtato le aspettative del personale dipendente.
Quello che si nota in detto “declassamento” è il mancato rispetto di quanto previsto dalle suddette note dalle quali appare evidente la volontà del Dipartimento e del Capo della Polizia di “valorizzare il contributo fornito da ciascun operatore” e pone l’accento su “lo specifico apporto prestato dal singolo operatore”. Infatti, non solo sono state “declassate” le singole posizioni, nonostante siano state rappresentate nel rapporto premiale secondo la descrizione fornita dal Ministero, relativamente alle varie ricompense (promozione per merito straordinario, encomio solenne, encomio e lode), ma sono state arretrate di ben due riconoscimenti (DA ENCOMIO SOLENNE A LODE) le proposte premiali per tre lavoratori (ruolo Agenti/Assistenti) facendo trasparire una ripartizione finalizzata a premiare non le singole professionalità, ma la qualifica ricoperta dall’operatore.
Una decisione questa che abiura tutte le eccellenti parole spese, anche dai vertici della dell’Amministrazione Centrale, nella fasi appena successive ai risultati conseguiti.
Signor Questore,
negli ultimi vent’anni non sono mai state declassate, dai vari Questori pro tempore, proposte premiali che hanno riguardato la Sezione Criminalità Organizzata di Palermo, in quanto l’attività specifica e l’impegno profuso da questi lavoratori nella lotta alla mafia, hanno sempre evidenziato un acume investigativo fuori dal normale.
Ed è proprio il riconoscimento da parte dell’Amministrazione a tale dedizione professionale, che è da sempre quel valore aggiunto che ripaga qualsiasi sacrificio dei lavoratori e delle loro famiglie, che ha consentito il raggiungimento di brillanti successi per la Polizia di Stato.
Ed ancora, negli ultimi vent’anni, ogni importante operazione ha sempre prodotto almeno due proposte di promozione al merito straordinario, inconfutabili segnali di attenzione e riconoscimento da parte della Questura.
Una Questura definita, a ragione veduta dai tanti osservatori, l’Accademia della polizia Giudiziaria, dove il sereno svolgimento delle funzioni dei tanti investigatori e i giusti riconoscimenti premiali sono stati i veri fattori vincenti alla base di brillanti e duraturi risultati che, di fatto, stanno consentendo il riscatto della nostra città!
L’Unione Sindacale Italiana Poliziotti fa appello a Lei Signor Questore, acché rivaluti la proposta in questione ancora nella fase embrionale, perché non possono sussistere dubbi di sorta sulla complessità delle indagini, sulle difficoltà incontrate, sulla pericolosità dell’attività investigativa, sulla innegabile sinergia tra tutti gli investigatori segnalati e sull’entità del risultato raggiunto.
Ed è, altresì, intuitivo comprendere che il disattendere le aspettative di tali colleghi è fonte di disincentivazione, che non contribuisce, ad elevare la qualità del servizio e ad esaltare i modelli comportamentali nel diuturno espletamento dell’attività lavorativa.
Distinti saluti.
Palermo, 22 novembre 2022
IL SEGRETARIO GENERALE
Giovanni Assenzio
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